CiternaFotografia 2013 - "Nel nome dei figli"


Dal 27 aprile al 9 giugno, nell' ambito del Festival Citerna Fotografia 2013 sarà esposto il progetto  "Nel nome dei Figli", vincitore di Portfolio Citerna 2012.

Nel nome dei figli è promosso dall'Associazione Pereira.

Per il progetto completo visita il mio sito: marikapuicher.wixsite.com/marikapuicher/nel-nome-dei-figli


All images © Marika Puicher

Taranto - Storie d'ordinaria resistenza



Taranto è una città in ginocchio, stretta tra la morsa dell'inquinamento ambientale provocato dagli adiacenti complessi industriali di Ilva, Eni e Cementil ed il problema dilagante della disoccupazione. L'alto tasso di disoccupazione ha fatto si che per anni e tutt'oggi la maggior parte dei cittadini tarantini si siano trovati a scegliere tra la vita ed una prospettiva lavorativa, tacendo di fronte allo scempio ambientale e alla morte portati dall'Ilva.
Ma a fronte di una città più remissiva c'è anche una Taranto coraggiosa e che resiste, composta da pochi ma tenaci ambientalisti, artisti e semplici cittadini, che da anni si battono per riqualificare la città e denuniare il forte inquinamento ambienate prodotto dalle fabbriche della zona.

Per il reportage "La città dei veleni" vai al mio sito: marikapuicher.wixsite.com/marikapuicher/la-citta-dei-veleni


Il riscatto della Musica


Fido Guido, Zakalicius, e lo Sciamano sono tre cantanti molto noti sulla scena musicale salentina. Vengono dai quartieri più popolari di Taranto. Hanno iniziato a comporre i  primi bit sulla strada, tra i vicoli e le vie di una città dall'isolita bellezza, fonte inesauribile d'ispurazione, ma sopraffatta dai problemi dell'inquinamento, della disoccupazione e della criminalità. Finchè la musica è diventata un canale di riscatto e di denuncia nei confronti di chi ha usurpato per anni il loro territorio.
I testi delle loro canzoni, molti dei quali in salentino, affrontano senza “peli sulla lingua” il problema del lavoro, dei politici corrotti, toccando soprattutto la questione dell'inquinamento ambientale. Oggi i tre cantanti costituiscono un esempio di coscienza e attivismo sociale per molti giovani tarantini.

    

 Fido Guido, Zakalicius e lo Sciamano (da sinistra). Taranto - settembre 2012


Guido De Vincentis, in arte “Fido Guido”, è un noto cantante reggae e raggamuffin nato a Taranto. Il suo stile si contraddistingue per l'uso del dialetto tarantino e per la predilezione per le tematiche sociali. I suoi ultimi lavori sono particolarmente attenti alla questione ambientale. Molte sue canzoni, tra le quali Polvere e Fume Scure contengono una chiara denuncia contro l'Ilva di Taranto. 
Salvatore Friuli in arte Zakalicius, nato e cresuiuto a Taranto nel quartiere Salinella, è un cantante reggae e hip hop. I testi delle sue canzoni affrontano sia tematiche più leggere sia, sempre in modo ironico, il problema della disoccupazione e dell'inquinamento ambientale a Taranto. Ascolta Salinella.
Gianluca Fonzino in arte Sciamano, nasce a Taranto e comincia da giovanissimo le prime esperienze musicali dedicandosi nel corso degli anni a tempo pieno alla vita politica e sociale della sua città. Il suo ultimo album parla dei vari problemi del territorio tarantino. Ascolta lo Sciamano


Ammazza che Piazza


Taranto è la città con meno zone verdi d'Italia, che oltre al primato nazionale della cementificazione del territorio ha anche quello della maggiore emissione di diossine (il 92% di tutto il Paese). Il Comitato Ammazza che Piazza nasce a Taranto il 5 settembre del 2011. Il gruppo è formato da giovani studenti, precari e disoccupati mossi semplicemente dallo stesso amore per la propria terra e stanchi di dover subire passivamente i mille problemi che la soffocano: inquinamento, scempio ambientale, disoccupazione ed impossibilità di trovare un lavoro legale al di fuori di logiche clientelari. 
Il loro scopo è quello di diffondere cultura e civiltà dando un contributo concreto alla rinascita di Taranto, attraverso  un'opera di pulizia e riqualifica delle zone verdi e delle aree urbane abbandonate al degrado.
I ragazzi di Ammazza che Piazza, uniti nel motto "riprendiamoci la nostra storia", si battono da anni anche contro i veleni dell'Ilva e delle fabbriche adiacenti denunciando, attraverso varie iniziative culturali, l'inquinamento ambientale.



Alcuni rappresentanti del Comitato Ammazza che Piazza vicino al murales che raffigura Claudio Morabito, uno dei giovani fondatori del comitato,  morto nel gennaio 2012 in un incidente stradale. Parco la Campagnola, Taranto - settembre 2012.

Un angelo nel "Far West"


Il quartiere Paolo VI, sorge a pochi kilometri dall'Ilva ed è nato alla fine degli anni '60, dopo una visita del Papa Palo VI, per ospitare gli operai del colosso industraiale. Il quartiere è considerato una delle aree più degradate di Taranto, tanto che una zona di questo fu soprannominata “il Far West”, a causa delle frequenti sparatorie che avvenivano fino a pochi anni fa al suo interno per regolamenti di conti e spartizione del territorio tra bande rivali. Paolo VI, insieme al quartiere Tamburi, è anche una delle zone della città in cui si registra la più alta percentuale di morti per tumore. A questo problema si aggiunge inoltre il dramma della disoccupazione che ha portato ad un incremento dello spaccio e della delinquenza ed al crescente reclutamento dei giovani nelle file delle organizzazioni malavitose.Ancora oggi è consigliabile non adentrarsi tra i bianchi palazzoni fatiscenti se non accompagnati da qualcuno del luogo, fidato e conosciuto, come lui: Aldino Paolovi. Aldino è nato e cresciuto nel “Far West” dove è amato e stimato da tutti, non di quella stima mista a soggezione che si può avere per i temuti boss della zona, ma per i suoi valori umani ed etici che lo hanno sempre portato a battersi affichè Paolo VI sia un quartiere migliore. Aldino gestisce da anni un laboratorio aristico di riciclo per i bambini della zona. Oltre a ciò l'artista, insieme al Comitato del quartiere, organizza dei doposcuola per  bambini ed ha contribuito alla realizzazione nel quartiere di un piccolo parco giochi. Un'oasi verde di speranza e civiltà tra i palazzoni ingrigiti dai veleni dell'Ilva. 

Aldino Paolovi nel suo laboratorio di riciclo. A seguire alcuni scatti realizzati nel parco giochi realizzato da Paolino e dal Comitato di quartiere, durante il laboratorio di riciclo e durante il doposcuola per i bambini della zona. Taranto – settembre 2012. 


Music and Friends - Marseille 2013

Gari & Momo - Massilia Sound System 


During my photographic work on the young artist of Marseille, I met Momo and Gari of the Massillia Sound System, the legendary reggae band of Marseille. Gari is one of the voices of the Masillia, and Momo is a great musician that collaborates with Gari. Meeting them has been one of the most beautiful and lucky things happened to me in Marseille.



Listen Gari and Momo's new album Camerade Lézard



Munna & Jag - "Lafami"


Giorgio and Jagdish are two great musicians, but above all two friends. They have been two important reference point during my stay in Marseille. Giorgio Rocca, aka "Munna", is a guitarist from Turin and he has founded several music band, among which "Artemide", "FrancoFanchi" and "27 Cordes de Marseille". Jagdish Kinnoo, from the Islands Mauritius, is one of the founding members of Massilia Sound System. In June 2012, Munna and Jag have created the reggae/world band "Lafami". Later they have developed the project "Marseille World Connexyon", a musical union between Lafami band and different international musicians.

Listen "Lafami"





Mike - Temenik Electric


During my stay in Marseille I met Mike Aubè. He is an eclectic musician from Montréal. He played with Rona Harter, noted Romanian musician and actress (led role in "Gadjo Dilo" of Tony Gatlif), and with the Watcha Clan, a French world music band that mixed influences electro, dub and junge. Mike currently lives in Marseille and plays with the Temenik Electric.


Listen Temenik Electric.




Keita, Clement and Hannes


Keita is from Dakar, Clement is from Marseille and Hannes is from Helsinki. Senegal, France and Finland; they are three Worlds that meet on Course Julien to Marseille to create an unique, incredible sound.





All images © Marika Puicher


Un solo errore - Bologna 2 agosto 1980

Progetto di sensibilizzazione e foto di scena per il documentario “Un Solo Errore – Bologna 2 agosto 1980” di Matteo Pasi; prodotto dall'Associazione Pereira in collaborazione con l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.


Lidia Secci di fianco al teatro che ha inaugurato il 22 maggio 2010 in ricordo del figlio Sergio. Sergio è morto a 24 anni in seguito alle ferite riportate nella strage alla Stazione di Bologna - Terni, giugno 2010.

Bosnia ljubavi moja - BH 2010


While I was reorganizing my photo archive, I found the pictures that I took in Bosnia in the summer of 2010. At the beginning, my idea was to stay in Bosnia for ten days to make a reportage on the research of civilians killed during the war near the river Drina. Then, the Balkans fascinated me and I decided to extend my trip.
Two months in solitude, in which, however, I never was alone. Bosnia, my Bosnia became a part of me as well as all the people I met in that magical time spent travelling around the Balkans. I remember every moment of those days spent in a place so far yet so close to my homeland: the call to prayer of Muezzin, the smoke of the minarets, the mystical atmosphere of Ramadan, the joy of the Kino Bosna, the generosity and human warmth of the Bosnian people. Every sensation is still indelibly imprinted in my mind. This is a little photo diary of a trip that will last a lifetime.


Zaborav je Grijeh (Forget is a crime)


Some pictures taken in the course of the research of civilians killed during the war in the area of Višegrad. 



           


Frames on the road - BH




Kosovarian Gypsies - Sarajevo


During the war in Kosovo, the Roma community was subject to serious discrimination and violence. Thousands Kosovo's gypsies were forced to emigrate. Some of them have migrated in Bosnia, where they occupied the houses destroyed by bombs during the Serbian-Bosnian conflict.
During my trip I met one of these communities. They lived in Sarajevo, in a crumbling house without doors, windows and toilets, in miserable humane conditions. They lived of begging and thanks to help offered them by the Bosnian people of the place. The Bosnian government don't give them any kind of assistance. 
Here, as in Italy, the gypsies are often subject to serious discrimination. Nevertheless, In Bosnia, talking with the locals, I have perceived less hostility and more empathy to these population than in Italy: as a kind of profound solidarity between populations united by the common sufferings of war.



Drug rehabilitation centre - Sarajevo



After the war, Bosnian people had to ride out traumas and irreparable losses. Many young Bosnians grew up in an economically wasted country and without perspectives for the future. This situation, in addition to the fact that Bosnia is one of the major Balkan routes for drugs, has led to a noteworthy increase to drug addiction after the war.
On the road to the largest drug rehabilitation centre of Sarajevo, my friend and mediator Nes, asked an information to a local farmer: "Excuse me, where is the community for junkies?". before showing us the way, the farmer replied a bit annoyed : "They aren't junkies, they are good men!".
Nes looked at me amused and said: “Welcome to Bosnia!”






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