"Wind Days" di Giuseppe Internò - Taranto, 12 giugno 2013
























Oggi è uno di quei giorni che l'Arpa Puglia ha definito "Wind Days". Non è una comunicazione per surfisti, anche se di mari ne abbiamo persino due e sono entrambi meravigliosi nella loro diversità. Questa è Taranto. Non è neanche un'offerta di una compagnia telefonica che permette di chiamare gratis in giornate a sorpresa. No, in pratica, con questo termine accattivante, si vuole indicare quelle giornate in cui il vento soffia dai 78 ettari di parchi minerali scoperti di proprietà dell'Ilva S.p.a., in direzione del quartiere Tamburi e oltre. 

Montagne di minerali, e se i tarantini non sono costretti ad andare a lavorare presso le montagne di minerali, le montagne di minerali vanno dai tarantini. Non mi stupirebbe che tutte le istituzioni permettessero ai Riva di chiedere un indennizzo agli abitanti del rione Tamburi per le polveri che accumulano silenziosamente e senza tregua da decenni nei loro balconi. Ci intimeranno di restituirle un giorno, è appropriazione indebita.Entra anche in casa quel minerale, tra le lenzuola e si posa sui cuscini, nelle culle, sugli alimenti, sui panni stesi, nei filtri dei condizionatori, sulle e nelle auto. Nei nostri polmoni. Negli occhi e sulla pelle. Ma anche nel naso e nella gola, recitava una pubblicità di una caramella balsamica, ma qui di balsamico c'è ben poco. 
Il minerale è grande qualche micron e si insinua davvero ovunque, come per far dispetto alle casalinghe che ogni giorno subiscono l'operato, soprattutto notturno, dell'Ilva Penelope. Molte di loro, quasi ogni giorno, sono impegnate a raccogliere il minerale, non a pulire, proprio a raccogliere. E dopo 10 minuti quel lavoro, quel tempo speso, è già stato reso vano dal soffio continuo dell'Industria.

Nessuno lo definisca vento di cambiamento, per pietà, qui non cambia mai niente.Qui non deve cambiare mai niente.A nulla servono quelle reti verdi già divenute grigie installate dall'azienda per prevenire lo spolverio. Forse non sanno che i venti, e con loro le polveri, hanno la facoltà di muoversi anche in verticale? Essì, sarà così.La favolAIA consente ai timonieri di un siderurgico alla de-Riva come un veliero fantasma, di coprire i parchi minerali tra circa 3 anni, ci saranno delle proroghe. Capita spesso che in Italia ci sia qualche proroga, ed anche la proroga della proroga e così via quando si tratta di agevolare persone note.Chissà quanti wind days ci saranno in più di 1.000 giorni. Inutile pensarci, perché i parchi minerali, diciamocelo, non li copriranno mai. Serve solo un altro po’ di tempo per abbandonare lo stabilimento dopo averlo sfruttato sino all’osso, sino a quando l’Europa lo permetterà. Pare che i primi progetti per la copertura dei parchi minerali risalgano agli anni ’70, siamo nel 2013.E' tempo di crisi, da anni è così, il lavoro non si trova, e non si trovano nemmeno 8 dei tantissimi miliardi accantonati dai Riva, che poche settimane fa sono stati sequestrati dall’azione della magistratura per poi essere restituiti dal governo. Peggio di una proroga c'è solo la legittimazione di un reato. Neanche il tempo di trovarli questi soldi che già erano stati restituiti. Non mi è chiaro come si faccia a restituire qualcosa che non c'è. Come la salute, per fare un altro esempio.

Eppure, il governo si sta impegnando per l’Ilva, lo si dice in tutta Italia e persino in Europa che assicurerà la continuità produttiva e la tutela dei posti di lavoro, con qualche migliaio di operai ciclicamente in esubero, cassa integrazione o in contratto di solidarietà, ma è tutto tranquillo confermano i sindacati. Quindi paghiamo noi, anche questo
Ma la salute? Non lo so, non vi so dire, provate a chiedere a quell'edicola, lì all'angolo, alla fine del marciapiede. Niente, neanche lì. La stampa e la tv non ne possono parlare, c’è crisi, anche lì, e giornalisti, redattori e direttori non possono perdere il posto di lavoro, pure loro. La stampa deve allinearsi a quanto disposto dal governo, il governo si deve allineare ai soldi, i soldi non ripagherebbero la salute di nessuno e.. venne il gatto, che si mangiò il topo che Emilio Riva dallo Stato comprò. Non se ne esce, viviamo la stessa filastrocca da molto tempoChissà se a Taranto verrà il bastone, che picchierà il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato Emilio Riva comprò. Di certo qui non ci mancano il macellaio, l’angelo della morte, il fuoco e l’acqua, inquinata anch’essa, ma c’è.

di Giuseppe Internò