"Piccoli fumatori incalliti" di Giuseppe Internò - Taranto, 15 luglio 2013



A 12 anni Annachiara si è ammalata di Leucemia. I suoi nonni paterni sono morti di tumore e tre suoi zii si sono ammalato di cancro all'intestino, prostata e fegato. Il 4 ottobre 2012 anche a suo padre Franco è stato diagnosticato un cancro al colon. Annachiara è nata e cresciuta nel quartiere Tamburi ma, in seguito alla sua malattia, si è trasferita con la famiglia a Leporino. Oggi, dopo una lunga lotta contro la leucemia, Annachiara sta bene, Leporino (TA) - settembre 2012.


A Taranto abbiamo sigarette enormi piantate nel terreno. Sono alte decine di metri e si trovano nella zona industriale nata a ridosso di molte abitazioni popolari. Alcuni le chiamano ciminiere, altri camini, come il 312, una sigaretta realizzata con una cartina blu che dona alla città l'8,8 della diossina prodotta in Europa. Non si caricano di tabacco ma di rottami di ferro, minerali ferrosi e carbone. Grazie a queste giganti sigarette offerte prima dallo Stato e poi dalla famiglia Riva col costante contributo dello Stato, tutta la popolazione di Taranto fuma. Ed è per questo che qui molti bambini hanno malattie respiratorie croniche, asma, sindrome del fumatore incallito che si riscontra normalmente in uomini adulti con forti problemi di tabagismo di cui ha parlato anche Franca Rame nel 2007 in un'interrogazione al ministro della Sanità, al ministro dello Sviluppo economico ed al ministro dell'Ambiente. Un'indagine di Peacelink del 2008 ha dimostrato che un bambino a Taranto respira ogni giorno benzo(a)pirene pari a 2,14 sigarette al giorno, 780 l'anno. I dati peggiorano se si prende in considerazione l'area del quartiere Tamburi e peggio ancora se si fa riferimento alle cokerie Ilva in cui lavorano molti operai.
Sempre Peacelink nel 2010 ha dimostrato che una donna al quartiere Tamburi "fuma" 750 sigarette nell'arco della gravidanza. 50 da attribuire al traffico e 700 all'industria.
Ha ragione Bondi quando dice che grazie al porto i tarantini fumano a prezzi più bassi. Il porto di Taranto, per buona parte dell'Ilva, è dotato infatti di nastri trasportatori scoperti che dalle banchine portano ai parchi minerali accumulati sul terreno, le materie prime che si estendono per 78 ettari all'aperto. Ne deriva un fortissimo risparmio sulla logistica e sul mancato adeguamenti ambientale.
Se hai bisogno di accendere c'è l'ENI.


Enrico Bondi, commissario straordinario sull'Ilva, in una lettera inviata il 14 luglio 2013 alla Regione Puglia e alle autorità sanitarie locali, dichiara che i tumori di Taranto non sono imputabili all'inquinamento, bensì al “Fumo di tabacco e alcol, nonché  difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”.